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Costa Deliziosa 21/11/2025-11/04/2026 Giro del Mondo.

La nostra esperienza a terra di oggi a Colon è stata invece diversa.

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Subito dopo il nostro arrivo nel grande porto che non dorme mai, dove merci di ogni tipo vengono sbarcate e imbarcate senza sosta, 24 ore al giorno, dalle infinite navi che vanno e vengono continuamente e che alimentano il grandissimo e affollatissimo porto franco di Colon. Imbocchiamo l'autostrada in direzione sud diretti a Panama City, attraversando via terra l'istmo largo meno di 80 chilometri che separa Atlantico e Pacifico. Il tempo non è dei migliori, acquazzoni si alternano a pause soleggiate, in compenso la temperatura è decisamente elevata e l'umidità a tratti rende l'aria soffocante.

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Superiamo il grande fiume Chagres, le cui acque alimentano il grande lago Gatún, e in poco più di un'ora arriviamo Panama City.

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Percorriamo poi la superstrada litoranea, avenida Vasco Nuñez de Balboa, fiancheggiata per tutta la sua lunghezza da una fila ininterrotta di grattacieli, e arriviamo alla nostra meta: il Casco Viejo di Panama.
 
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Casco Viejo è il tipo di luogo dove storia e quotidianità si intrecciano a ogni angolo di strada, con il profilo dei grattacieli moderni sullo sfondo e, davanti, solo il mare e le facciate pastello dei palazzi coloniali. Appena ci si addentra nel dedalo di vie acciottolate, la sensazione è quella di entrare in una piccola città nella città, apparentemente con un ritmo più lento, con i balconi fioriti e il rumore delle onde che arriva fino alle piazze. In realtà abbastanza caotica e assediata, come il resto della città, dalle automobili.

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La sua storia comincia nel 1673, quando la città fu ricostruita su questa piccola penisola dopo che il vecchio insediamento di Panamá Viejo venne distrutto dal famoso pirata Henry Morgan pochi anni prima. Il nuovo quartiere nacque come città fortificata, protetta dal mare su tre lati e da mura robuste sull’unico lato terrestre, e per secoli fu il cuore politico, religioso e commerciale della colonia prima di attraversare un lungo periodo di abbandono e poi una rinascita recente che ne ha riportato alla luce il fascino.

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Il centro simbolico del quartiere è Plaza de la Independencia, una piazza ampia e regolare su cui si affaccia la Cattedrale Metropolitana, con le sue torri chiare e l’interno solenne, circondata da palazzi istituzionali e dal Museo del Canale che racconta la grande epopea dell’istmo.

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Nota anche come Basilica Santa María la Antigua, domina con le sue torri bianche la Plaza de la Independencia, elevandosi come un faro di pietra che guarda verso il mare.
La facciata neoclassica si unisce a elementi barocchi, con due torri campanarie un tempo ornate di madreperla dalle Isole delle Perle, che fungevano da guida per i naviganti in arrivo.

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All'interno, cinque navate separate da 67 colonne cruciformi in pietra e mattoni sorreggono un soffitto alto, con pareti bianche e sezioni blu dedicate alla Vergine Maria, altari decorati con marmi policromi e vetrate restaurate nel 2019 in occasione della visita di Papa Francesco.

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Non molto distante sorge la Iglesia de San José, situata su Avenida A vicino a Plaza Herrera nel cuore di Casco Viejo. Si tratta di una chiesa agostiniana modesta all'esterno ma di straordinaria ricchezza all'interno, nota soprattutto per il suo leggendario Altar de Oro.

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Costruita tra il 1671 e il 1677 dopo la distruzione di Panamá Viejo da parte del pirata Henry Morgan, la chiesa fu uno dei primi templi eretti nel nuovo insediamento coloniale, ma subì un grave incendio nel 1737 che ne impose la ricostruzione. Nel 1832, con la soppressione dei conventi, gli agostiniani la abbandonarono e fu usata come cappella scolastica fino al loro ritorno alla fine del XIX secolo; l'interno, inclusi gli altari, fu restaurato nel 1915.

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L'attrazione principale è l'Altar de Oro, un maestoso altare barocco del XVII secolo scolpito nel mogano e ricoperto da lamine d'oro. L'altare che in quel tempo era collocato in un'altra chiesa, sopravvisse miracolosamente al saccheggio di Morgan: il prete lo nascose dipingendolo di nero e raccontò al pirata che era stato rubato da un altro corsaro, convincendolo persino a donare denaro per un "sostituto". Si racconta che Morgan al termine della sua conversazione con l'astuto prete gli abbia detto accomiatandosi: "non so chi tra noi due sia il vero pirata". Questo tesoro, uno dei più preziosi di Panama, domina l'abside con la sua opulenza dorata, statue e dettagli finemente intagliati che catturano la luce in un bagliore ipnotico.

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Poco più in là, seguendo il camminamento sulle antiche mura, si arriva a Plaza de Francia, uno spazio scenografico affacciato sull’oceano con l’obelisco sormontato da un grande gallo che ricorda il ruolo francese nei primi tentativi di costruzione del canale di Panama.

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Antico e contemporaneo si fronteggiano e si giustappongono continuamente passeggiando per Casco Viejo. La città antica e la città del futuro.

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Sto visitando la vecchia chiesa dei domenicani con il suo antico altare dorato...

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Volgo lo sguardo ed ecco che in fondo alla via, come un fondale posticcio in un teatro di periferia, appare una schiera di grattacieli...

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Al termine della visita, ritorniamo verso Colon, sul lato atlantico, e ritroviamo la nostra nave.

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Due pellicani si intrattengono sui cavi di ormeggio, prendendosi un momento di riposo.

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Il buio scende presto a queste latitudini, quando la nave si appresta a partire, alle 22, è ormai piena notte.

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Lasciamo il molo e andiamo verso il mare aperto.
Non troppo lontano però: domani mattina saremo puntuali all'ingresso del canale. Domani percorreremo il Canale di Panama dall'Atlantico al Pacifico. Sarà una giornata intensa, una giornata da ricordare.
Ora, quando qui è ormai quasi mezzanotte, non mi resta che dire: buonanotte!
 
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Che meraviglia! Provo una sana invidia, di quelle che ti fa pensare “chissà se un domani potrò farlo anch’io un viaggio del genere!”.

Come va con il jet lag? Il fatto di cambiare fuso orario lentamente non lo fa sentire o comunque corpo e mente si devono lo stesso adattare?
 
Molto interessante questo duplice diario sia per le bellissime immagini di entrambi sia per le accurate descrizioni che per le considerazioni personali, molta sana invidia per questo viaggio (in tutti i sensi)
 
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