• Benvenuto\a sul forum di Crocieristi.it, la più grande community italiana sulle crociere.

    Prendi confidenza con il forum leggendo le discussioni presenti, o ricerca l'argomento che più ti interessa attraverso l'apposito form. Per partecipare al forum è necessario registrarsi, ovviamente la registrazione è gratuita e non obbligatoria, non registrarti se per te non è davvero utile. Per eseguire eventuali cancellazioni il tempo previsto è di una settimana.

    Ricorda che il regolamento vieta l'uso di due o più nickname differenti relativi alla stessa persona. Se nel frattempo hai cambiato l'indirizzo e-mail di registrazione contattaci attraverso questo form e specifica il tuo problema assieme alla tua username, la tua vecchia e-mail ed il tuo nuovo indirizzo.

    Hai dimenticato la password? clicca qui

    Per qualsiasi problema TECNICO puoi contattare lo Staff attraverso questo form spiegando DETTAGLIATAMENTE il tuo problema
  • Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio ed i cookie stessi.
  • Ospite, seguici anche sui social!
    Seguici su Facebook Seguici su Instagram Seguici su YouTube

  • Ti andrebbe di condividere sui social, assieme a noi, le tue fotografie ed i tuoi video? Clicca qui!

  • Ciao Ospite e benvenuto su Crocieristi.it, siamo davvero felici di averti a bordo!

    ti invitiamo a leggere il regolamento per una migliore convivenza con gli altri utenti (clicca qui) mentre qui trovi qualche dritta sull'utilizzo del forum

    e poi... che ne dici di presentarti? Clicca qui per accedere alla sezione "Mi Presento" e presentati!

Attentato ad Istanbul

Te possino prossima volta taccio[emoji3]
Sembra fatta proprio apposta!
Non mi resta che sperare in un contro ordine!

Non è questione di tacere Ettore, ma soltanto di "distaccarsi" da ragionamenti razionali, dalle proprie convinzioni, da quelle che sarebbero le nostre scelte e sentire invece il "polso" della situazione del momento. Metti insieme più elementi, l'attentato, anzi gli attentati perchè nel corso di un anno, in località diverse, ce ne son stati molti sul territorio turco, la loro situazione politica interna ed estera, l'insorgere di paure nella clientela, il fatto che altre compagnie si siano disimpegnate da quelle località e viene quasi da sè la decisione di MSC sulla scia degli eventi. "Resistere" sulla pelle degli altri, non è una scelta coerente.

Tutti sappiamo che un attentato può avvenire in qualsiasi momento, dovunque; non voglio essere un menagramo, ma probabilmente anche noi dovremmo scontare questa possibilità. Ma un conto è averla in casa, dove siamo costretti vivere, un conto è andare in casa d'altri e solo per divertimento non per necessità.

Ricordo gli anni 60 quando in Alto Adige, si rincorrevano gli attentati nei confronti di noi italiani; era casa nostra, ma il turismo alpino che muoveva i "primi passi", crollò di colpo. Meglio evitare di rimaner coinvolti in un attentato alla ferrovia, ai tralicci, alle caserme; una situazione difficile. Reazioni spontanee che alla fine son quelle che condizionano il mercato e le relative scelte, allora, come adesso.
 
Non è questione di tacere Ettore...

Non è Ettore, ma Enrico, Roddy!! :) :)

Comunque, apro parentesi, condivido in toto il pensiero di Maluc. Chiusa parentesi e ritorniamo al dunque.

In effetti ho perso anch'io la mia scommessa. :(
Eppure speravo davvero di cuore che non si prendesse una decisione del genere sull'onda emotiva del post-attentato E invece...
E vabbé... accontentiamoci di restarcene a casa, davanti al caminetto a giocare a briscola con la famiglia.
Un po' alla volta, infatti, di questo passo, viaggiare sta perdendo davvero tutto il suo senso. Perché non è possibile accettare la logica che DEVO andare per forza solo dove mi è consentito (ancorché per motivazioni legate a pur sacrosanti motivi di sicurezza... che poi qualcuno mi deve spiegare QUALE posto al mondo è sicuro al 100%... e sulla scorta di quali dati e considerazioni... Italia compresa); vorrei anche avere la possibilità di scegliere di visitare un luogo che mi interessa. Tutto qua.
In Francia ci sono stato decine di volte; in Spagna, idem con patate; in Portogallo, Gran Bretagna, Austria, Jugoslavia, Grecia, Stati Uniti, Canada e quant'altro non ne parliamo neanche... E se togliamo il Medio Oriente dalle detinazioni appetibili che ci rimane?? La Groenlandia e il Polo Sud??? Almeno lì si spera che le bombe di questi assassini non riescano a detonare a causa delle basse temperature... :) :)

Guardate, scherzi a parte (mi permetto di sdrammatizzare ogni tanto perché altrimenti ci sarebbe davvero da piangere), se tanto mi da' tanto, a questo punto forse è meglio restarsene tappati a casa e... amen!
E darla vinta a questi disgraziati.
Che in fin dei conti così avranno raggiunto il loro scopo... :(
 
Ultima modifica:
Non è questione di tacere Ettore, ma soltanto di "distaccarsi" da ragionamenti razionali, dalle proprie convinzioni, da quelle che sarebbero le nostre scelte e sentire invece il "polso" della situazione del momento. Metti insieme più elementi, l'attentato, anzi gli attentati perchè nel corso di un anno, in località diverse, ce ne son stati molti sul territorio turco, la loro situazione politica interna ed estera, l'insorgere di paure nella clientela, il fatto che altre compagnie si siano disimpegnate da quelle località e viene quasi da sè la decisione di MSC sulla scia degli eventi. "Resistere" sulla pelle degli altri, non è una scelta coerente.

Tutti sappiamo che un attentato può avvenire in qualsiasi momento, dovunque; non voglio essere un menagramo, ma probabilmente anche noi dovremmo scontare questa possibilità. Ma un conto è averla in casa, dove siamo costretti vivere, un conto è andare in casa d'altri e solo per divertimento non per necessità.

Ricordo gli anni 60 quando in Alto Adige, si rincorrevano gli attentati nei confronti di noi italiani; era casa nostra, ma il turismo alpino che muoveva i "primi passi", crollò di colpo. Meglio evitare di rimaner coinvolti in un attentato alla ferrovia, ai tralicci, alle caserme; una situazione difficile. Reazioni spontanee che alla fine son quelle che condizionano il mercato e le relative scelte, allora, come adesso.

Condivido assolutamente questo punto di vista.
E la decisione di Msc non mi sorprende affatto. Sia dal punto di vista della sicurezza, sia dal punto di vista commerciale.
 
Condivido assolutamente questo punto di vista.
E la decisione di Msc non mi sorprende affatto. Sia dal punto di vista della sicurezza, sia dal punto di vista commerciale.

Anch'io penso sia una decisione assolutamente corretta oltre che dal punto di vista della sicurezza anche per l'aspetto commerciale; e anche dal punto di vista logistico-organizzativo ritengo sia preferibile piuttosto che essere costretti a cambiare itinerario e cancellare scali all'ultimo momento.
 
Non è Ettore, ma Enrico, Roddy!! :) :)

Comunque, apro parentesi, condivido in toto il pensiero di Maluc. Chiusa parentesi e ritorniamo al dunque.

In effetti ho perso anch'io la mia scommessa. :(
Eppure speravo davvero di cuore che non si prendesse una decisione del genere sull'onda emotiva del post-attentato E invece...
E vabbé... accontentiamoci di restarcene a casa, davanti al caminetto a giocare a briscola con la famiglia. Un po' alla volta, di questo passo, viaggiare non avrà più senso. Non è che DEVO andare per forza dove mi è consentito (ancorché per pur sacrosanti motivi di sicurezza... che poi qualcuno mi deve spiegare QUALE posto al mondo è sicuro al 100%... e sulla scorta di quali dati e considerazioni... Italia compresa); vorrei anche avere la possibilità di visitare un luogo che mi interessa. Tutto qua.
Altrimenti, se tanto mi da' tanto, a questo punto forse è meglio restarsene tappati a casa e amen!
E darla vinta a questi disgraziati.
Che in fin dei conti così avranno raggiunto il loro scopo... :(

Ti leggo ora.
Io credo che nessuno qui abbia affermato che esistono posti sicuri al 100%. Anzi, direi piuttosto il contrario.
Credo che i fatti di cronaca accaduti in questi ultimi mesi (da Tunisi...all'Egitto...alla Turchia...) abbiano purtroppo reso palesi dei rischi che esistevano anche prima, ma che forse erano percepiti, per gravità e per probabilità di accadimento, in maniera diversa. Sia dalle compagnie per questioni di sicurezza (in realtà Msc è stata l'ultima, se ricordo bene, ad annullare gli scali ad Istanbul), sia dai clienti per le stesse ragioni (e da qui gli aspetti più prettamente "commerciali" che si riflettono su un potenziale calo della domanda).
Le crociere sono turismo, ed il turismo in paesi a componente musulmana è l'obbiettivo dichiarato degli atti terroristici. E' una strategia mirata e non casuale, per tutta una serie di ragioni.
 
Guardate, scherzi a parte (mi permetto di sdrammatizzare ogni tanto perché altrimenti ci sarebbe davvero da piangere), se tanto mi da' tanto, a questo punto forse è meglio restarsene tappati a casa e... amen!
E darla vinta a questi disgraziati.
Che in fin dei conti così avranno raggiunto il loro scopo... :(

Che poi a ben vedere nessun posto è sicuro, nemmeno casa propria. Se fanno un attentato dalle mie parti... di noi non restano che delle briciole.
Sti matti applicano la politica del terrore e certe decisioni li mettono dalla parte dei vincenti.
 
Ti leggo ora.
Io credo che nessuno qui abbia affermato che esistono posti sicuri al 100%. Anzi, direi piuttosto il contrario.
Credo che i fatti di cronaca accaduti in questi ultimi mesi (da Tunisi...all'Egitto...alla Turchia...) abbiano purtroppo reso palesi dei rischi che esistevano anche prima, ma che forse erano percepiti, per gravità e per probabilità di accadimento, in maniera diversa. Sia dalle compagnie per questioni di sicurezza (in realtà Msc è stata l'ultima, se ricordo bene, ad annullare gli scali ad Istanbul), sia dai clienti per le stesse ragioni (e da qui gli aspetti più prettamente "commerciali" che si riflettono su un potenziale calo della domanda).
Le crociere sono turismo, ed il turismo in paesi a componente musulmana è l'obbiettivo dichiarato degli atti terroristici. E' una strategia mirata e non casuale, per tutta una serie di ragioni.

Ciò che dici è verissimo.
Ma è altrettanto vero che se "è una strategia mirata e non casuale", è altrettanto vero che, in seguito a questi accadimenti, continuando a rinunciare così tout-court a questi scali (e, più in generale, alla nostra libertà), costoro hanno vinto: la loro strategia funziona. E funzionerà sempre e ancora di più in futuro...
Insomma, se leggi bene fra le righe, è proprio questo il nocciolo della questione: dargliela vinta, significa incoraggiarli a fare sempre peggio. Proprio perché, come dici peraltro giustissimamente, è una strategia ben studiata. E, che piaccia o no, così facendo, non facciamo altro che confermargli che è una strategia che funziona eccome.
Per cui... sotto con la prossima nazione da isolare da un punto di vista turistico. Ed economico. Basta un imbecille che giri con un coltellaccio in mano farneticando di uno Stato Islamico e di avere una bomba addosso e il gioco è fatto...
 
Ciò che dici è verissimo.
Ma è altrettanto vero che se "è una strategia mirata e non casuale", è altrettanto vero che, in seguito a questi accadimenti, continuando a rinunciare così tout-court a questi scali (e, più in generale, alla nostra libertà), costoro hanno vinto: la loro strategia funziona. E funzionerà sempre e ancora di più in futuro...
Insomma, se leggi bene fra le righe, è proprio questo il nocciolo della questione: dargliela vinta, significa incoraggiarli a fare sempre peggio. Proprio perché, come dici peraltro giustissimamente, è una strategia ben studiata. E, che piaccia o no, così facendo, non facciamo altro che confermargli che è una strategia che funziona eccome.
Per cui... sotto con la prossima nazione da isolare da un punto di vista turistico. Ed economico. Basta un imbecille che giri con un coltellaccio in mano farneticando di uno Stato Islamico e di avere una bomba addosso e il gioco è fatto...

Concordo in pieno con te.
 
Ciò che dici è verissimo.
Ma è altrettanto vero che se "è una strategia mirata e non casuale", è altrettanto vero che, in seguito a questi accadimenti, continuando a rinunciare così tout-court a questi scali (e, più in generale, alla nostra libertà), costoro hanno vinto: la loro strategia funziona. E funzionerà sempre e ancora di più in futuro...
Insomma, se leggi bene fra le righe, è proprio questo il nocciolo della questione: dargliela vinta, significa incoraggiarli a fare sempre peggio. Proprio perché, come dici peraltro giustissimamente, è una strategia ben studiata. E, che piaccia o no, così facendo, non facciamo altro che confermargli che è una strategia che funziona eccome.
Per cui... sotto con la prossima nazione da isolare da un punto di vista turistico. Ed economico. Basta un imbecille che giri con un coltellaccio in mano farneticando di uno Stato Islamico e di avere una bomba addosso e il gioco è fatto...

Certamente rinunciare ad uno scalo è una loro vittoria, è riconoscere implicitamente che la strategia del terrore è vincente. Questo non lo discuto. Purtroppo.
Però, cercando di essere realisti, quali soluzioni alternative ci potrebbero essere nel breve periodo?
Consideriamo i vari aspetti della questione. I cardini della strategia terroristica, semplifico, sono quelli della "vendetta" verso gli occidentali, della "vendetta" verso i paesi islamici (sia per questioni politiche come la posizione turca più o meno ambigua di lotta contro l'Isis, sia per questioni religiose di contrapposizione tra sciiti e sunniti e via dicendo...le cause alla fine sono tante) e che passa, vedi anche Egitto e Tunisia, attraverso il colpire la loro fonte economica principale, creando instabilità e maggiore povertà nonché un nuovo bacino di potenziali adepti (gli atti terroristici hanno anche scopo propagandistico).
In questo drammatico contesto, per quale ragione una compagnia di crociere dovrebbe "resistere" (essere quindi essa stessa uno strumento di contrasto a questa strategia "di guerra"), mettendo a repentaglio la vita del proprio equipaggio e dei propri passeggeri per una finalità esclusivamente "turistica"?
A fronte peraltro di una domanda di crociere che, in relazione a quei luoghi, non può che essere crollata perchè la sicurezza PERCEPITA dal crocierista è comprensibilmente precipitata dopo i recenti fatti....
A che pro rischiare la vita altrui ed andare potenzialmente incontro ad ingentissimi danni d'immagine se si dovessero ripetere fatti come quelli che abbiamo visto nella piazza principale di Istanbul?
Credo che non si possa pretendere di dare questo ruolo a chi per propria natura vende "intrattenimento".
E l'andare comunque in quei luoghi deve essere il frutto di una propria scelta individuale (in questo capisco di più il tuo discorso...e per certi versi il tuo è anche il mio approccio....ma è un approccio SOGGETTIVO) da compiersi però a proprio rischio e pericolo...pericolo che ognuno di noi potra' scegliere di correre o meno....senza scaricare questa responsabilità ad altri o invitando le compagnie a tenere lo stesso approccio....
 
Ultima modifica:
Beh, tu cosa faresti?

Lascerei molto semplicemente le cose così come sono, Rodolfo.
E ti dirò di più: è statisticamente dimostrato che, immediatamente dopo un attentato di quel tipo, non ne è MAI seguito un altro sui generis (anche perché organizzare cose del genere costa... e parecchio!!), bensì, complice anche una vigilanza rafforzata, ne è sempre seguito un periodo di relativa calma. Per cui, paradossalmente, il periodo migliore per andare da quelle parti... è proprio questo.

E fattelo dire da uno che, esattamente il giorno dopo l'attentato alle torri gemelle nel 2001, "osò" partire per gli Stati Uniti (assieme alla moglie in lacrime e al bambino di 4 anni appena). E, nonostante tutto, passò una delle più belle vacanze della propria vita...
 
Ultima modifica:
Certamente rinunciare ad uno scalo è una loro vittoria, è riconoscere implicitamente che la strategia del terrore è vincente. Questo non lo discuto. Purtroppo.
Però, cercando di essere realisti, quali soluzioni alternative ci potrebbero essere nel breve periodo?
Consideriamo i vari aspetti della questione. I cardini della strategia terroristica, semplifico, sono quelli della "vendetta" verso gli occidentali, della "vendetta" verso i paesi islamici (sia per questioni politiche come la posizione turca più o meno ambigua di lotta contro l'Isis, sia per questioni religiose di contrapposizione tra sciiti e sunniti e via dicendo...le cause alla fine sono tante) e che passa, vedi anche Egitto e Tunisia, attraverso il colpire la loro fonte economica principale, creando instabilità e maggiore povertà nonché un nuovo bacino di potenziali adepti (gli atti terroristici hanno anche scopo propagandistico).
In questo drammatico contesto, per quale ragione una compagnia di crociere dovrebbe "resistere" (essere quindi essa stessa uno strumento di contrasto a questa strategia "di guerra"), mettendo a repentaglio la vita del proprio equipaggio e dei propri passeggeri per una finalità esclusivamente "turistica"?
A fronte peraltro di una domanda di crociere che, in relazione a quei luoghi, non può che essere crollata perchè la sicurezza PERCEPITA dal crocierista è comprensibilmente precipitata dopo i recenti fatti....
A che pro rischiare la vita altrui ed andare potenzialmente incontro ad ingentissimi danni d'immagine se si dovessero ripetere fatti come quelli che abbiamo visto nella piazza principale di Istanbul?
Credo che non si possa pretendere di dare questo ruolo a chi per propria natura vende "intrattenimento".
E l'andare comunque in quei luoghi deve essere il frutto di una propria scelta individuale (in questo capisco di più il tuo discorso...e per certi versi il tuo è anche il mio approccio....ma è un approccio SOGGETTIVO) da compiersi però a proprio rischio e pericolo...pericolo che ognuno di noi potra' scegliere di correre o meno....senza scaricare questa responsabilità ad altri o invitando le compagnie a tenere lo stesso approccio....

Purtroppo (e sottolineo il "purtroppo"), la tua analisi è perfetta alla virgola.
E la condivido in pieno. Ivi compreso il fatto che non si può "pretendere di dare questo ruolo a chi per propria natura vende "intrattenimento". Anche perché stiamo pur sempre parlando di società private, o pseudo tali, per cui ognuno deve essere libero di cautelarsi economicamente come meglio gli pare. Sacrosanto.
Tuttavia, la stessa logica dovrebbe essere valida anche per le agenzie turistiche, per le compagnie aeree, per le società di navigazione, per le linee di trasporto terrestre, ecc...
Per cui, perdonami, ma perché, se la regola vale per una compagnia di crociere (che è, passami il termine, pressoché "obbligata", spinta da un comune sentire che personalmente non condivido, a chiudere un determinato scalo quando si verificano accadimenti di questo tipo), di converso la stessa regola non vale anche per tutte le altre forme di turismo organizzato?? Perché, al di là di tutto, chi vuole andare ad Istanbul e visitare la città, ne ha comunque tuttora la possibilità: basta si rivolga ad una qualsiasi agenzia di viaggio e il gioco è fatto.
O essere crocieristi non è la stessa cosa che essere un turista o un gruppo organizzato di turisti che prenota una escursione guidata in loco e raggiunge Istanbul con mezzi propri o in aereo, ma non in nave??
Eppure, tecnicamente, è la stessa identica cosa...
 
Ultima modifica:
Lascerei molto semplicemente le cose così come sono, Rodolfo.
E ti dirò di più: è statisticamente dimostrato che, immediatamente dopo un attentato di quel tipo, non ne è MAI seguito un altro sui generis (anche perché organizzare cose del genere costa... e parecchio!!), bensì, complice anche una vigilanza rafforzata, ne è sempre seguito un periodo di relativa calma. Per cui, paradossalmente, il periodo migliore per andare da quelle parti... è proprio questo.

E fattelo dire da uno che, esattamente il giorno dopo l'attentato alle torri gemelle nel 2001, "osò" partire per gli Stati Uniti (assieme alla moglie in lacrime e al bambino di 4 anni appena). E, nonostante tutto, passò una delle più belle vacanze della propria vita...

Bene, in effetti potrebbe esser una soluzione. Ma se le navi fossero tue, come faresti convincere i passeggeri a salire oppure, una volta lì, a scendere per le normali escursioni in città? Sicuro al 100% che sull'onda della statistica, già successo non succederà più, tutti continuerebbero a prenotare e frequentare quei luoghi come niente fosse?

Che poi, con la Tunisia, il discorso cade; due volte, nel breve giro di poco tempo, son stati colpiti gli occidentali; ora, magari, non "sottilizziamo" sul fatto che i primi fossero crocieristi e i secondi semplici turisti.

Accolgo con piacere la tua esperienza all'indomani delle "Torri Gemelle", ma tu, da solo, non fai "testo".

Ricorderai inoltre certamente, che nel periodo immediatamente successivo all'evento, il mondo delle crociere in Europa è crollato e alcune navi, soprattutto quelle di cui si servivano i crocieristi americani, sono state fatte rientrare anticipatamente dal Mare Nostrum, per la contemporanea rinuncia ai voli aerei e quindi alla "linfa" che le alimentava.

Se nelle tue soluzioni, riesci a controllare anche le "paure" dei passeggeri, tutto è risolto. Purtroppo non funziona così e le cadute turistiche dei luoghi che han subito attentati sono alla portata di tutti. Crollo in Mar Rosso, crollo in Tunisia, crollo in Egitto, disdette a nastro in Turchia.

Per ora, credo i fatti diano ragione a me. Domani non so.
 
chi risponde per se stesso può decidere ciò che vuole , ma chi ha la responsabilità di migliaia di persone deve fare di tutto per mantenere la sicurezza.
Se ci fosse un attentato con delle vite tra i crocieristi in uno scalo che andava cancellato per sicurezza e non è stato fatto , mi sapete dire quanti guai e critiche si riverserebbero sulla compagnia?
 
Purtroppo (e sottolineo il "purtroppo"), la tua analisi è perfetta alla virgola.
E la condivido in pieno. Ivi compreso il fatto che non si può "pretendere di dare questo ruolo a chi per propria natura vende "intrattenimento". Anche perché stiamo pur sempre parlando di società private, o pseudo tali, per cui ognuno deve essere libero di cautelarsi economicamente come meglio gli pare. Sacrosanto.
Tuttavia, la stessa logica dovrebbe essere valida anche per le agenzie turistiche, per le compagnie aeree, per le società di navigazione, per le linee di trasporto terrestre, ecc...
Per cui, perdonami, ma perché, se la regola vale per una compagnia di crociere (che è, passami il termine, pressoché "obbligata", spinta da un comune sentire che personalmente non condivido, a chiudere un determinato scalo quando si verificano accadimenti di questo tipo), di converso la stessa regola non vale anche per tutte le altre forme di turismo organizzato?? Perché, al di là di tutto, chi vuole andare ad Istanbul e visitare la città, ne ha comunque tuttora la possibilità: basta si rivolga ad una qualsiasi agenzia di viaggio e il gioco è fatto.
O essere crocieristi non è la stessa cosa che essere un turista o un gruppo organizzato di turisti che prenota una escursione guidata in loco e raggiunge Istanbul con mezzi propri o in aereo, ma non in nave??
Eppure, tecnicamente, è la stessa identica cosa...


Per lo stesso principio che, giustamente, tu stesso hai citato prima. Libertà. Che è però un valore prima di tutto "individuale". Come sono "individuali" e soggettive le reazioni emotive generate da questi eventi. E come tali comprensibili e meritevoli di rispetto, anche se non condivise.

Tutte le altre forme di turismo che citi (a parte compagnie aeree, compagnie di trasporto passeggeri etc. che non soddisfano una domanda "esclusiva" di turismo, ma piuttosto un bisogno di "mobilità", per ragioni di lavoro, di "emigrazione", di visita a parenti e tantissime altre ragioni) fanno capo a scelte "individuali", e riguardano, al contrario di una crociera, una meta unica e ben definita (ad esempio Istanbul, o un villaggio sul Mar Rosso).
E' il singolo individuo che decide di andarci. E' una sua facoltà, è una sua libertà.

La crociera invece è itinerante. Istanbul è una parte di essa. Una nave per dimensioni ed importanza (compagnie occidentali, simbolo di turismo etc.) può essa stessa essere un bersaglio privilegiato (una barca lanciata contro la nave imbottita di esplosivo con un kamikaze che la guida...o radiocomandata..mica facile da fermare..non facile accorgersene...ma è solo un esempio...). Ed a bordo ci sono comunque oltre 1.000 persone di equipaggio che non sono lì per loro scelta. A bordo potrebbero esserci qualche altro migliaio di crocieristi che non sono scesi ad Istanbul perchè non la ritengono sicura ma sono a bordo perchè a loro interessava Atene e la Croazia etc.
In più, ci sono aspetti ben calcolati di calo della domanda, e di potenziale danno d'immagine....nel caso in cui accada qualcosa di spiacevole...
Alla questione sicurezza, si aggiunge quindi l'antieconomicità.

In linea di principio, penso comunque che il tuo ragionamento per certi versi valga....e lo condivido...
Mi spiego: se Msc o Costa hanno deciso, per propria volontà, di non scalare più in certi porti per ragioni di sicurezza e commerciali...sarebbe interessante sapere che tipo di ragionamento ha fatto che ne so, Valtur (giusto per fare un nome), per i propri villaggi....
E' vero che, come dice Onorato, una nave la puoi comunque spostare...però...
 
Ultima modifica:
Vorrei pero' ricordare che la Turchia ha subito non piu' tardi di sei mesi fa un tremendo attentato nella sua capitale, il quale ha provocato piu' morti di quanti ne abbia visti Parigi e la Tunisia messe insieme, ovviamente pero' so' Turchi quindi mettiamoli a pagina 24 dopo l'oroscopo e il sudoku.
Quindi la "regola" della probabilita' del ripetersi di sciagure si puo' forse piu' applicare agli incidenti, specie quelli aerei (gia' sarebbe dura sostenere la stessa tesi su un incidente automobilistico).
Ricordo infine che lo statistico e' colui il quale sale a bordo di un aereo con dell'esplosivo o un'arma....perche' e' statisticamente impossibile (o quasi) che ci sia un altro passeggero che compie lo stesso comportamento....
 
Torno a dire che chi vuole visitare Istanbul, Tunisi, o altro posto a rischio è liberissimo di farlo. Ci va per conto suo. La compagnia offre un servizio comprensivo di diversi aspetti, non è un bus o un aereo specifico per determinate tappe.
E comunque credo che nessuno di noi faccia la crociera solo per vedere X o Y: si sceglie questa vacanza per tutto un insieme di fattori.
Traduzione: non vado in crociera per scendere a Barcellona, esempio a caso, posso benissimo fare un viaggio direttamente lì.
Vado in crociera, semmai, perchè mi piace la navigazione, perchè tutto- o quasi- il giro scelto mi interessa; perchè adoro le navi e il loro comfort.. poi magari Barcellona o Istanbul per me possono essere un incentivo a preferire quest'anno la nave Fantasia alla nave Magnifica (altro esempio), ma non la "molla" esclusiva per prenotare la prima o l'ennesima crociera. Nel senso che uno scalo qualsiasi può saltare in ogni momento per qualsiasi motivo, anche solo il meteo avverso. E che gusto c'è a prenotare in funzione di uno scalo a rischio che magari poi viene saltato? Le compagnie infatti si regolano su questo. E non solo. Vi ricordate che è successo a marzo 2015? Passato il primo momento di sgomento e dolore, in tantissimi se la sono presa con Costa (ed MSC) che erano rimaste a fare scalo a Tunisi, quando tante altre compagnie già la disertavano.
 
Bene, in effetti potrebbe esser una soluzione. Ma se le navi fossero tue, come faresti convincere i passeggeri a salire oppure, una volta lì, a scendere per le normali escursioni in città? Sicuro al 100% che sull'onda della statistica, già successo non succederà più, tutti continuerebbero a prenotare e frequentare quei luoghi come niente fosse?

Che poi, con la Tunisia, il discorso cade; due volte, nel breve giro di poco tempo, son stati colpiti gli occidentali; ora, magari, non "sottilizziamo" sul fatto che i primi fossero crocieristi e i secondi semplici turisti.

Accolgo con piacere la tua esperienza all'indomani delle "Torri Gemelle", ma tu, da solo, non fai "testo".

Ricorderai inoltre certamente, che nel periodo immediatamente successivo all'evento, il mondo delle crociere in Europa è crollato e alcune navi, soprattutto quelle di cui si servivano i crocieristi americani, sono state fatte rientrare anticipatamente dal Mare Nostrum, per la contemporanea rinuncia ai voli aerei e quindi alla "linfa" che le alimentava.

Se nelle tue soluzioni, riesci a controllare anche le "paure" dei passeggeri, tutto è risolto. Purtroppo non funziona così e le cadute turistiche dei luoghi che han subito attentati sono alla portata di tutti. Crollo in Mar Rosso, crollo in Tunisia, crollo in Egitto, disdette a nastro in Turchia.

Per ora, credo i fatti diano ragione a me. Domani non so.

Sì, certo. Nulla da eccepire ovviamente. Chiaro che la paura dei turisti a ritornare in quelle terre è il primo ostacolo da superare in questi casi.
Inoltre, se la poni nell'ottica del "come faresti a convincere i passeggeri a scendere?" qualora si mantenessero quegli scali, ti rispondo a maggior ragione che non hai affatto torto, Tutt'altro! Probabilmente non scenderebbe sicuramente nessuno, con tutte le ricadute economiche del caso.
Tuttavia, scendere o no dalla nave, il gesto simbolico di non abbandonare quegli scali a prescindere io lo trovo comunque "forte" come segnale, rispetto allo scappare come conigli di fronte alla prima difficoltà. E in questo ho ammirato profondamente la MSC che è stata fra le ultime (se non proprio l'ultima in assoluto) a prendere questa dolorosa decisione.
Ma è proprio questo il problema. Abbandonare metaforicamente la "nave", alla prima difficoltà, è proprio quello che si tende a fare, il comune sentire, la logica che viene applicata pedissequamente ad ogni pié sospinto. E' un po' il reiterarsi della "sindrome di Schettino", no?? Un Comandante incapace causa una tragedia immane al largo dell'Isola del Giglio e la gente cosa fa? Inizia a snobbare la "Costa", come se tutti gli altri Comandanti fossero equiparabili a Schettino. O, peggio, la gente non va più in crociera tout-court... Bèh, consentimi Rodolfo: io non lo trovo logico come comportamento.
Ma ammetto anche che il mio è più che altro un discorso "a pelle", legato alla congiuntura del momento. E alla voglia di reagire, in qualche modo a questi soprusi continui ai danni della civiltà occidentale.

In tal senso, capisco che dietro certe scelte dolorose ci siano indubbiamente anche e soprattutto delle logiche meramente economiche.
O, se preferisci, di "calcolo delle probabilità".
E mi spiego meglio. Se fossero mantenute tali mete, sicuramente la gente non le richiederebbe più, con la conseguenza di gravi perdite economiche per la società armatrice.
Ma, peggio ancora, qualora pure la gente continuasse a richiedere più o meno regolarmente la Turchia come meta, entrerebbe in gioco il classico calcolo delle probabilità: putacaso il diavolo ci mettesse lo zampino e, nonostante tutte le precauzioni, ci fosse un altro attentato da quelle parti, le richieste di risarcimento danni fioccherebbero inevitabilmente da ogni dove (e qui ritorna in ballo la "sindrome di Schettino"). Per cui, se uno è un manager di media intelligenza, cosa farebbe?? (Ed è questa la risposta alla tua domanda, quando mi chiedi: tu cosa faresti se la nave fosse tua?). Rischierebbe, nel nome del perseguimento dei propri ideali?? Ma certo che no. E' ovvio che non perderebbe neanche un istante a pensarci su. E se ne fregherebbe altamente di tagliare una meta del genere, sostituendola con un'altra. E in fondo in fondo, forse è persino comprensibile sia così.

Tuttavia, mi viene da pensare che una cosa era una crociera nel Mediterraneo Orientale che prevedeva scali in Turchia, Grecia e Croazia (per non parlare di quelle splendide puntatine estemporanee in Egitto e Giordania che una volta faceva MSC (...o era Costa, forse??... Bòh, non ricordo con precisione...); tutt'altra cosa è limitarsi a restare confinati solo tra le acque territoriali, e, almeno finché non succede qualcosa di grave anche da quelle parti, la Croazia e la Grecia...
Insomma, trasformare quella che era una raffinata crociera da sogno in un "giretto" ristretto solo per lo "sfizio" di starsene a bordo di una nave (per cui, tanto, una meta vale l'altra), onestamente lo trovo una cosa tristissima.
E che potrebbe paradossalmente ottenere esattamente lo stesso identico risultato di saltare tout-court certi scali. Io ad esempio, che avrei voluto ripetere con mia moglie ed i miei figli quella straordinaria crociera in Medio Oriente, per quello che è l'itinerario che viene offerto attualmente, NON sono assolutissimamente più interessato ad esso. E magari chissà quanti altri la pensano allo stesso modo...!! Perché se proprio devo fare una crociera con un itinerario che, allo stato, prevede Grecia-Grecia-Grecia-Grecia e Croazia, onestamente mi piglio il mio bravo aereo (come ai bei tempi), vado in Grecia, mi fitto un appartamento, una vettura sul posto e mi faccio la mia brava vacanza itinerante, comodamente, senza stare lì a stressarmi troppo tra orari di arrivo e partenza della nave (chiaro che sto estremizzando l'esempio, ovviamente!) e persino spendendo qualcosina in meno...

Insomma, alla luce di questo ragionamento, non so quanto certe scelte siano meglio di altre onestamente. Le potremo valutare più compiutamente nel medio periodo.
Tuttavia, in conclusione, anche se la logica imperante è quella vigente del "taglio", purtuttavia mi concederai che ci vuole fegato anche a fare coraggiose scelte opposte.
Che a mio modesto giudizio sarebbero state una risposta ancora più ferma e significativa nei confronti di gentaglia che sta avvelenando il mondo intero nel nome di una male interpretata "religiosità", rispetto alla logica del fuggire a gambe levate. Perché rispondere ad un imbecille "Non mi fai paura!", è sicuramente sempre meglio che arrendersi e dirgli "Ok, hai vinto tu...".
Fin qui la teoria. perché poi, nella pratica, purtroppo questo tipo di argomentazioni rappresentano spesso solo l'amaro sfogo soggettivo di un turista (e neo-crocierista, come il sottoscritto) deluso da questo tipo di reazioni della prima ora. Dove la logica che si segue istintivamente è sempre quella del "meglio non rischiare". Piuttosto che quella del "ci teniamo a voi, vi siamo vicini e teniamo duro".

Anche se capisco che la vita umana non vale certo una crociera o uno scalo in più o in meno. Ma tant'è. Sono un inguaribile sognatore ed idealista.
E personalmente speravo in una gestione diversa della cosa. D'altra parte, sarebbe bastato per le società armatrici, fare "cartello" per restare in certi luoghi, per mandare un messaggio forte ed ottenere un certo effetto nei confronti del terrorismo.
Allo stesso modo in cui le compagnie di crociera hanno invece preferito fare "cartello" al contrario, abbandonando una ad una quei luoghi meravigliosi. In tal caso, però, ottenendo sicuramente l'effetto voluto dai terroristi. Per cui, se tanto mi da' tanto, mi chiedo: a quando il prossimo attentato per eliminare anche la Grecia, la Croazia o la Spagna dagli itinerari delle navi da crociera...??

E vabbé...
 
Ultima modifica:
Top