Bene, in effetti potrebbe esser una soluzione. Ma se le navi fossero tue, come faresti convincere i passeggeri a salire oppure, una volta lì, a scendere per le normali escursioni in città? Sicuro al 100% che sull'onda della statistica, già successo non succederà più, tutti continuerebbero a prenotare e frequentare quei luoghi come niente fosse?
Che poi, con la Tunisia, il discorso cade; due volte, nel breve giro di poco tempo, son stati colpiti gli occidentali; ora, magari, non "sottilizziamo" sul fatto che i primi fossero crocieristi e i secondi semplici turisti.
Accolgo con piacere la tua esperienza all'indomani delle "Torri Gemelle", ma tu, da solo, non fai "testo".
Ricorderai inoltre certamente, che nel periodo immediatamente successivo all'evento, il mondo delle crociere in Europa è crollato e alcune navi, soprattutto quelle di cui si servivano i crocieristi americani, sono state fatte rientrare anticipatamente dal Mare Nostrum, per la contemporanea rinuncia ai voli aerei e quindi alla "linfa" che le alimentava.
Se nelle tue soluzioni, riesci a controllare anche le "paure" dei passeggeri, tutto è risolto. Purtroppo non funziona così e le cadute turistiche dei luoghi che han subito attentati sono alla portata di tutti. Crollo in Mar Rosso, crollo in Tunisia, crollo in Egitto, disdette a nastro in Turchia.
Per ora, credo i fatti diano ragione a me. Domani non so.
Sì, certo. Nulla da eccepire ovviamente. Chiaro che la paura dei turisti a ritornare in quelle terre è il primo ostacolo da superare in questi casi.
Inoltre, se la poni nell'ottica del "come faresti a convincere i passeggeri a scendere?" qualora si mantenessero quegli scali, ti rispondo a maggior ragione che non hai affatto torto, Tutt'altro! Probabilmente non scenderebbe sicuramente nessuno, con tutte le ricadute economiche del caso.
Tuttavia, scendere o no dalla nave, il gesto simbolico di non abbandonare quegli scali a prescindere io lo trovo comunque "forte" come segnale, rispetto allo scappare come conigli di fronte alla prima difficoltà. E in questo ho ammirato profondamente la MSC che è stata fra le ultime (se non proprio l'ultima in assoluto) a prendere questa dolorosa decisione.
Ma è proprio questo il problema. Abbandonare metaforicamente la "nave", alla prima difficoltà, è proprio quello che si tende a fare, il comune sentire, la logica che viene applicata pedissequamente ad ogni pié sospinto. E' un po' il reiterarsi della "sindrome di Schettino", no?? Un Comandante incapace causa una tragedia immane al largo dell'Isola del Giglio e la gente cosa fa? Inizia a snobbare la "Costa", come se tutti gli altri Comandanti fossero equiparabili a Schettino. O, peggio, la gente non va più in crociera tout-court... Bèh, consentimi Rodolfo: io non lo trovo logico come comportamento.
Ma ammetto anche che il mio è più che altro un discorso "a pelle", legato alla congiuntura del momento. E alla voglia di reagire, in qualche modo a questi soprusi continui ai danni della civiltà occidentale.
In tal senso, capisco che dietro certe scelte dolorose ci siano indubbiamente anche e soprattutto delle logiche meramente economiche.
O, se preferisci, di "calcolo delle probabilità".
E mi spiego meglio. Se fossero mantenute tali mete, sicuramente la gente non le richiederebbe più, con la conseguenza di gravi perdite economiche per la società armatrice.
Ma, peggio ancora, qualora pure la gente continuasse a richiedere più o meno regolarmente la Turchia come meta, entrerebbe in gioco il classico calcolo delle probabilità: putacaso il diavolo ci mettesse lo zampino e, nonostante tutte le precauzioni, ci fosse un altro attentato da quelle parti, le richieste di risarcimento danni fioccherebbero inevitabilmente da ogni dove (e qui ritorna in ballo la "sindrome di Schettino"). Per cui, se uno è un manager di media intelligenza, cosa farebbe?? (Ed è questa la risposta alla tua domanda, quando mi chiedi: tu cosa faresti se la nave fosse tua?). Rischierebbe, nel nome del perseguimento dei propri ideali?? Ma certo che no. E' ovvio che non perderebbe neanche un istante a pensarci su. E se ne fregherebbe altamente di tagliare una meta del genere, sostituendola con un'altra. E in fondo in fondo, forse è persino comprensibile sia così.
Tuttavia, mi viene da pensare che una cosa era una crociera nel Mediterraneo Orientale che prevedeva scali in Turchia, Grecia e Croazia (per non parlare di quelle splendide puntatine estemporanee in Egitto e Giordania che una volta faceva MSC (...o era Costa, forse??... Bòh, non ricordo con precisione...); tutt'altra cosa è limitarsi a restare confinati solo tra le acque territoriali, e, almeno finché non succede qualcosa di grave anche da quelle parti, la Croazia e la Grecia...
Insomma, trasformare quella che era una raffinata crociera da sogno in un "giretto" ristretto solo per lo "sfizio" di starsene a bordo di una nave (per cui, tanto, una meta vale l'altra), onestamente lo trovo una cosa tristissima.
E che potrebbe paradossalmente ottenere esattamente lo stesso identico risultato di saltare tout-court certi scali. Io ad esempio, che avrei voluto ripetere con mia moglie ed i miei figli quella straordinaria crociera in Medio Oriente, per quello che è l'itinerario che viene offerto attualmente, NON sono assolutissimamente più interessato ad esso. E magari chissà quanti altri la pensano allo stesso modo...!! Perché se proprio devo fare una crociera con un itinerario che, allo stato, prevede Grecia-Grecia-Grecia-Grecia e Croazia, onestamente mi piglio il mio bravo aereo (come ai bei tempi), vado in Grecia, mi fitto un appartamento, una vettura sul posto e mi faccio la mia brava vacanza itinerante, comodamente, senza stare lì a stressarmi troppo tra orari di arrivo e partenza della nave (chiaro che sto estremizzando l'esempio, ovviamente!) e persino spendendo qualcosina in meno...
Insomma, alla luce di questo ragionamento, non so quanto certe scelte siano meglio di altre onestamente. Le potremo valutare più compiutamente nel medio periodo.
Tuttavia, in conclusione, anche se la logica imperante è quella vigente del "taglio", purtuttavia mi concederai che ci vuole fegato anche a fare coraggiose scelte opposte.
Che a mio modesto giudizio sarebbero state una risposta ancora più ferma e significativa nei confronti di gentaglia che sta avvelenando il mondo intero nel nome di una male interpretata "religiosità", rispetto alla logica del fuggire a gambe levate. Perché rispondere ad un imbecille "Non mi fai paura!", è sicuramente sempre meglio che arrendersi e dirgli "Ok, hai vinto tu...".
Fin qui la teoria. perché poi, nella pratica, purtroppo questo tipo di argomentazioni rappresentano spesso solo l'amaro sfogo soggettivo di un turista (e neo-crocierista, come il sottoscritto) deluso da questo tipo di reazioni della prima ora. Dove la logica che si segue istintivamente è sempre quella del "meglio non rischiare". Piuttosto che quella del "ci teniamo a voi, vi siamo vicini e teniamo duro".
Anche se capisco che la vita umana non vale certo una crociera o uno scalo in più o in meno. Ma tant'è. Sono un inguaribile sognatore ed idealista.
E personalmente speravo in una gestione diversa della cosa. D'altra parte, sarebbe bastato per le società armatrici, fare "cartello" per restare in certi luoghi, per mandare un messaggio forte ed ottenere un certo effetto nei confronti del terrorismo.
Allo stesso modo in cui le compagnie di crociera hanno invece preferito fare "cartello" al contrario, abbandonando una ad una quei luoghi meravigliosi. In tal caso, però, ottenendo sicuramente l'effetto voluto dai terroristi. Per cui, se tanto mi da' tanto, mi chiedo: a quando il prossimo attentato per eliminare anche la Grecia, la Croazia o la Spagna dagli itinerari delle navi da crociera...??
E vabbé...