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A spasso nel Mar Baltico

Sul lato opposto si trova il monumento funerario della sua prima moglie, Caterina Jagellona. I monumenti sembrano di marmo ma in realtà sono di stucco.

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Ed eccoci di fronte alla lapide dedicata a Linneo che è sepolto nel pavimento sottostante.

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Linneo visse a lungo ad Uppsala dove insegnò botanica all’università. Anche il padre di Linneo si interessava di botanica e ad un certo punto decise di cambiare il proprio cognome e di conseguenza quello dei figli da Ingemarson a "Linnaeus", ovvero la latinizzazione della parola dialettale lind (tiglio), traendo spunto da un grosso tiglio situato nei pressi della sua casa natale.

Poco più avanti si trova la tomba di Nathan Söderblom (1866–1931) che fu arcivescovo dal 1914 al 1931.

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Nathan Söderblom fu nominato arcivescovo lo stesso anno in cui scoppiò la Prima Guerra Mondiale. Durante il suo mandato arcivescovile, si impegnò per le questioni di pace e si adoperò affinché le diverse comunità cristiane dialogassero e collaborassero maggiormente tra loro per promuovere la pace.

Nel 1925, Söderblom invitò a un grande incontro ecumenico o interconfessionale a Stoccolma e Uppsala, il primo del suo genere. Per questo, ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1930.

Ancora qualche immagine degli interni...

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Terminata la visita della cattedrale decidiamo di andare a mangiare in un ristorante poco distante con l’intento di assaggiare qualcosa di tipico. Mio marito sceglie le classiche polpette svedesi (köttbullar) che si trovano anche all’IKEA, mentre io scelgo qualcosa che proprio non ho mai mangiato: le raggmunk.

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Si tratta di una specie di pancakes di patate ricoperte o di carne o di verdure stufate. Io ho scelto quelle con i funghi e… gli immancabili lingon.

Dopo pranzo ci dirigiamo al Gustavianum, prima facoltà di Medicina ed oggi museo della università di Uppsala.

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Il Gustavianum è l'edificio più antico dell'Università di Uppsala ancora esistente. Costruito nel 1620, ospitava aule, una biblioteca, alloggi per studenti, una cucina per studenti e molto altro. Verso la fine del XVII secolo, l'edificio subì una serie di restauri e, sotto la guida di Olof Rudbeck il Vecchio, nel 1662-1663 fu aggiunto un teatro anatomico.

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Nel 1702 fu uno dei pochi a non essere distrutto dal grande incendio della città nel 1702.

All'inizio del XVIII secolo, l'architetto del castello Carl Hårleman apportò modifiche interne ed esterne. Negli anni '40 dell'Ottocento, l'ingresso assunse l'aspetto attuale, con una scala aperta che si estendeva su due piani. Il Gustavianum rimase l'edificio principale dell'università fino al completamento del nuovo edificio universitario nel 1887.

Per raggiungere l’ingresso, che si trova sul retro, percorriamo una antica strada norrena su cui sono ancora visibili antiche pietre runiche. Gli abitanti della parte meridionale della penisola scandinava e della costa occidentale della Norvegia erano i Norreni. Venivano chiamati Vichinghi quando si dedicavano alle scorrerie predatorie nei territori circostanti.

Queste pietre runiche sono tutte successive all’anno 1000 quando i norreni iniziarono ad essere “cristianizzati” da monaci missionari e smisero la loro attività vichinga.

Infatti su queste pietre sono presenti anche simboli cristiani come la croce e sono dedicate a padri e fratelli morti. Le rune che sono state interpretate riportano iscrizioni di affido dell’anima del defunto alla misericordia di Dio o altre preghiere per i parenti morti.

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Entriamo nel Gustavianum e lo troviamo pieno di gente e di studenti delle “nationes” con le loro uniformi. Qui oggi presentano la loro nation e le attività che in essa si svolgono: c’è l’esibizione di un coro, un’altra rappresenta una piece teatrale, altri ancora declamano poesie.

Molti di questi ragazzi indossano un cappello bianco come questo esposto in una teca del museo. E’ tradizione indossare il cappello bianco nelle manifestazioni studentesche e il giorno del diploma. Questa usanza è presente anche in Finlandia che per anni è stata, almeno in parte, sotto il dominio svedese.

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In una parte della sala sono celebrate le donne della università di Uppsala: qui è esposta anche una mappa disegnata da Gerd Enequist che divenne il primo professore donna dell’università nel 1949.

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Sono esposti anche strumenti che sono stati costruiti per migliorare la vita delle donne: ad esempio questa è una prima lavatrice del 1920.

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Uno dei primi telescopi e una maschera mortuaria.


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L’utilizzo delle maschere mortuarie a fini di studio si diffuse soprattutto tra la fine del ‘700 e l’800. Si trattava di maschere ottenute da persone che presentavano malformazioni del volto o di criminali allo scopo di studiare anche le correlazioni tra caratteristiche fisiognomiche e caratteristiche caratteriali o addirittura criminali.

Quella qui esposta è di un uomo affetto da labbro leporino.
 
Sono esposti anche strumenti medici e utilizzati in chimica.

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E su una parete spiccano i quadri di Linneo, di sua moglie Sara Morea e delle sue amate scimmiette che lo incuriosivano trovando nei loro comportamenti molte similitudini con quelli umani.


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Per i suoi studi di botanica fu anche denunciato per oscenità a causa di una sua pubblicazione sugli organi sessuali delle piante.

Nella sala successiva si trovano reperti di antiche civiltà.

Già nel XVII secolo si menzionava la presenza di numerose antichità egizie presso l'Università di Uppsala. La collezione, che alla fine del XIX secolo prese il nome di Museo Vittoriano delle Antichità Egizie , oggi conta circa 5.000 oggetti. La maggior parte di essi proviene dalla collezione che la regina Vittoria, consorte di Gustavo V, donò all'Università di Uppsala tra il 1890 e il 1930.

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Ci sono poi maschere funerarie e un così detto ritratto del Fayun del I secolo d.C. Queste erano tavolette di legno con dipinte le sembianze della persona defunta che venivano poste sulla testa delle mummie egizie nel periodo romano.

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Ci sono poi vasi greci e statuette provenienti da Cipro.

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In altre sale è esposta la vasta collezione di dipinti che spaziano dal periodo rinascimentale fino all’arte moderna.

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Questo è il ritratto di Gustavo I di Vasa

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Pieter Aertsen, "La macelleria", 1551

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Questo invece è quello della regina Cristina.

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Cristina era la figlia di Gustavo Adolfo Vasa salito al trono come Gustavo II.

La moglie di Gustavo Adolfo aveva già perso 3 figli quando nacque Cristina che, come unica erede della monarchia, venne allevata in totale isolamento per timore di perdere anche lei.
Praticamente ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza da reclusa, controllata a vista, ed educata con severità dalla madre e dal cancelliere in attesa che raggiungesse l’età per prendere in mano il regno. Infatti suo padre morì che lei aveva solamente 6 anni e divenne regina a 18.

I primi provvedimenti che prese, appena diventata regina, furono quelli di allontanare la madre dal palazzo reale e di licenziare il cancelliere.

Era molto intelligente, parlava correntemente 5 lingue ed era una grande amante dell’arte, della filosofia e della musica ma non era affatto interessata alla vita politica e alle faccende di stato.

Invitò a palazzo molti studiosi illustri tra cui anche Cartesio. Nel 1646 tramite uno dei migliori amici, l'ambasciatore Pierre Chanut, la regina ebbe modo di corrispondere con il filosofo Cartesio, cogliendo l'occasione per chiedergli una copia delle sue Meditazioni metafisiche.

Cristina iniziò così una fitta corrispondenza personale con Cartesio e lo invitò più volte in Svezia, spingendo il filosofo francese a giungere a Stoccolma il 4 ottobre 1649. Egli prese residenza presso l'ambasciatore Chanut e il 18 dicembre di quello stesso anno iniziò ad impartire lezioni private alla regina, discutendo anche di filosofia e di religione.
Il palazzo era ghiacciato ed il 1º febbraio 1650 Cartesio si ammalò di polmonite e morì dieci giorni più tardi.

Cristina verso i vent'anni cominciò ad avere contrasti con il cancelliere e la reggenza, che puntavano ormai a darle marito, possibilmente nel giro dei suoi nobili cugini, in modo da assicurare alla Svezia un vero re. Non era considerata molto attraente, con capelli spettinati, un naso pronunciato e una spalla più alta dell'altra a causa di una caduta quando era piccola.

Al senato, che nel 1649 la sollecitava di nuovo al matrimonio, rispose chiaramente: «.. il matrimonio implica delle soggezioni alle quali io non mi sento in grado di sottostare, e non posso prevedere quando sarò in grado di vincere questa ripugnanza»

Alla fine decise di abdicare all’età di 28 anni nel 1654; fu l’ultima discendente della dinastia Vasa. Iniziò un lungo esilio in Italia, Francia e poi di nuovo in Italia. Ritornò in Svezia 3 volte e morì a Roma dove è sepolta nelle grotte di San Pietro.

Ed ecco uno degli oggetti più preziosi conservati nel museo; il così detto “cabinet delle meraviglie di Augusta”

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Con i suoi mille oggetti, il cabinet è l'unico del suo genere ad essere stato conservato con il suo contenuto intatto. Fu creato ad Augusta, in Germania, e donato dalla città a Gustavo II Adolfo nel 1632. Il gabinetto fu donato all'Università di Uppsala nel 1694 da Carlo XI e collocato nel Gustavianum.

È in legno di ebano ed è intarsiato con pietre dure alcune delle quali sono miniate.

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Al suo interno contiene un virginale che poteva essere suonato da una persona oppure utilizzato come carillon e dopo tanti secoli è ancora perfettamente funzionante.

La vetrina conteneva oggetti provenienti da ogni angolo del mondo. Qui erano raccolti esempi delle ricchezze della natura sotto forma di minerali, conchiglie, fossili, piante essiccate e animali imbalsamati. Altre parti della collezione erano costituite da oggetti creati dall'uomo: strumenti, orologi, opere d'arte, medaglie, giochi e ogni sorta di curiosità. Tutto era conservato in cassetti, dietro ante e in innumerevoli scomparti.

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Questo, se non ricordo male, il ritratto di Gustavo II Adolfo, padre di Cristina e colui che fece costruire il galeone Vasa conservato nell’omonimo museo di Stoccolma.

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e il pittore di corte

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Gli intarsi di un tavolo in ebano

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Questo quadro l’ho fotografato perché mi ha divertito la scena riprodotta: un cane che tira una tovaglia facendo cadere piatti e pietanze e l’uomo che accorre disperato vedendo il disastro.

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Ci siamo poi recati a visitare il “teatro anatomico” che si trova nella cupola del Gustavianum ed è raggiungibile attraverso una ripida scala a chiocciola.

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Nel 1662, sotto la guida del professor Olof Rudbeck, fu costruito un teatro anatomico nell'attico dell'edificio.

Rudbeck trasse l'idea da un teatro simile a Leida, in Olanda, dove aveva studiato.

Il teatro fu progettato come un anfiteatro con posti in piedi per 200 persone. Sulla sommità della cupola fu collocato un globo rivestito di rame a forma di meridiana. Le due file di finestre davano luce e spazio alla sala. L'ambizione di Rudbeck era di elevare il livello dell'istruzione medica introducendo le dissezioni anatomiche.

È il quarto più antico dopo quello di Padova (1594), di Leida (1597) e di Bologna (1637).

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Tra i quadri esposti anche questo che riproduce uno dei dipinti della cappella in cui è il monumento funebre di Gustavo I. rappresenta due fratelli preti luterani che consegnano al re la prima Bibbia scritta in svedese. Per i luterani la conoscenza della Bibbia è fondamentale per il contatto diretto con Dio.

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Procedendo arriviamo alla sezione moderna e poi a quella dei ritratti.

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Il più particolare è questo di Jean-Baptiste Jules Bernadotte diventato re di Svezia con il nome di Carlo XIV.

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Il re Carlo XIII morì senza eredi e la corte svedese si mise alla ricerca di un nobile che potesse prendere la corona di Svezia.

Figlio di un avvocato, rimase orfano a 17 anni e per sbarcare il lunario si arruolò come soldato semplice nell’esercito francese nel 1780.

Dopo soli 14 anni era già stato promosso generale e nel 1798 sposò la cognata di Giuseppe Bonaparte fratello di Napoleone. Grazie alle sue doti militari e alle vittorie in diverse battaglie venne nominato Principe di Pontecorvo nel 1908.

Da quel momento in poi però la sua fortuna con Napoleone iniziò a scemare a causa di alcuni suoi comportamenti in battaglia e di alcune sfortunate coincidenze; ma fu proprio quando era in piena disgrazia che gli svedesi gli proposero la Corona.

Si era distinto in due occasioni durante le campagne Napoleoniche contro la Svezia nel non infierire sulle truppe e sulla popolazione svedese, era un uomo molto elegante e bello, colto e nobile grazie al titolo di Principe di Pontecorvo.

Fu così che iniziò la dinastia Bernadotte ancora regnante in Svezia.

Usciti dal Gustavianum ci troviamo in mezzo ad una folla di gente, quasi non riusciamo a camminare tra spettacoli di balli, cori, e banchetti che vendono cibi tradizionali di vari paesi del mondo.

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Ci dirigiamo verso il castello di Uppsala passando davanti alla Carolina Rediviva, edificio principale della biblioteca universitaria.
 
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Questo strano nome deriva dal fatto che la precedente biblioteca, chiamata Academia Carolina, era andata completamente distrutta nel grande incendio del 1702 e non era più stata ricostruita finchè non salì al trono Carlo XIV Bernadotte. Uno dei primi lavori che fece finanziare fu la ricostruzione della biblioteca che venne chiamata “Carolina Rediviva”

Il castello originario venne fatto costruire da Gustavo I annettendo il palazzo vescovile confiscato in seguito alla riforma protestante portata avanti dal re ed è in questo castello che la regina Cristina pronunciò il suo discorso di abdicazione.

Il castello venne completamente distrutto dall’incendio del 1702 e fu ricostruito successivamente con qualche difficoltà poiché molti materiali del castello distrutto dall’incendio furono utilizzati per la costruzione del palazzo reale di Stoccolma.

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Sulla collina si trova anche questa campana chiamata Gunillaklockan (la campana di Gunilla) che pende in una torre aperta sopra il bastione Styrbiskop

La regina Gunilla Bielke, seconda moglie di Giovanni III, donò la campana originale nel 1588 per la chiesa del castello prima della sua rifusione nel 1752.

La campana suona 151 volte alle sei del mattino e alle nove di sera, mantenendo una tradizione secolare di segnare l'inizio e la fine della giornata.

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Da sotto la torre si ha una vista sulla cattedrale e sul giardino del castello ora grande orto botanico dell’Università.

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Il giardino conteneva anche la collezione di piante di Linneo, oltre 2000 specie provenienti da tutto il mondo, che però è andata distrutta nel corso dell’incendio del 1702. Un progetto di recupero fa portato alla ricostituzione del giardino botanico di Linneo che attualmente comprende circa 1500 diverse specie botaniche.

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Torniamo verso la stazione: la visita di Uppsala termina qui ma non la nostra giornata.....


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