Magellano
Utente livello Platinum
Giunto negli Stati Uniti a bordo di Mariner of the Seas, ho affrontato un viaggio interno con visita alle città di Chicago, Washington e New York prima di imbarcare suella Queen Mary 2 per rientrare in Europa.
Mai stato su Cunard prima, appena fatta una transatlantica, sebbene a latitudini molto diverse, ma da sempre affascinato dai liners inglesi, di cui la QM2 è senza dubbio l’erede più fedele. Molti aspetti della navigazione sulla Regina mi hanno piacevolmente sorpreso, altri sono stati all’altezza delle aspettative, altri ancora, devo ammettere, un po’ al di sotto. La nave è bellissima, arredata in modo curato, elegante. Ambienti d’altri tempi, una ricercatezza raffinata, grande classe e stile impeccabile. La dislocazione degli ambienti è però molto molto stravagante: lounge con accesso dai corridoi cabine, piccoli labirinti per raggiungere saloni, ponti interrotti dai ristoranti che costringono a percorsi alternativi. I servizi a bordo sono buoni, completi, ma non tutto è come ci si aspetterebbe da una compagnia di cosi grande prestigio e dai prezzi non eccessivi ma non fra i piu bassi di mercato.
L’aspetto che più mi ha sorpreso in senso negativo è l’offerta gastronomica di bordo. Sia pure nel gusto inglese, per noi particolare, mi sarei aspettato molto di più. L’offerta al ristorante buffet è sempre stata molto povera, sia in scelta che in prodotti. Poca cura nell’esposizione, ripetitività, piatti semplicissimi e non sempre appetitosi o invitanti. Pochi prodotti particolari, nessuna personalità nella cucina: né inglese, ne internazionale né etnica. Al ristorante la presentazione è sempre stata buona ma la sostanza parimenti non eccellente. Salvo un filetto di manzo veramente magnifico, ogni portata si è mostrata piuttosto banale, mai sorprendente, nonostante i soli 7 giorni a bordo, persino ripetitiva. Il servizio è stato però impeccabile, grande attenzione e continuamente sorvegliati dai camerieri. Più formalità rispetto a Royal, ma altrettanta attenzione a tavola. Servizio vini ottimo su carta, ma lento nel servizio. Molto buono il Todd English, ristorante a pagamento, servizio eccellente e atmosfera elegante.
Come anticipato, propongo dapprima qualche immagine delle città visitate prima di raggiungere l’imbarco, dopodiché mi soffermerò su alcuni aspetti della nave e della navigazione. La crociera non prevedeva alcun porto di scalo e purtroppo non ho avuto occasione di fotografare la nave da terra: all’arrivo a New York un nevischio battente la nascondeva tra la foschia, la discesa a Southampton è stata una vera corsa contro il tempo per prendere il treno per Londra!
Sbarcato a Glaveston, dopo la visita della cittadina e di Pelican Island ho raggiunto Longview e ho preso un treno notturno che l’indomani mi avrebbe fatto raggiungere Chicago. Il paesaggio texano è molto bello. Colline dolci e pianure si alternano, cosi come zone brulle e aree piu verdi. Le casette sembrano dipinte: per gran parte in legno, sempre di forma regolare e variopinte. Ampie le strade, anche al di fuori delle arterie principali. Una sensazione piacevole attraversare territori cosi vasti e cosi diversi.
Dopo una notte turbolenta, trascorsa su un treno scomodissimo e continuamente fermo per scambi e soste in stazione, raggiungo finalmente Chicago nel primisso pomeriggio. Giusto il tempo di una doccia e di lasciare il bagaglio all’Intercontinental Magnificent Mile (ottimo ambiente e qualità in rapporto al prezzo), e sono sulla Michigan a godermi grattacieli ed aria natalizia. Ho trascorso tre giorni bellissimi, sempre con il naso all’insù, in una città che per le sue dimensioni è estremamente rilassante, pulita, elegante. Davvero un impatto positivo con le grandi metropoli statunitensi, un luogo dove rimane il desiderio di tornare.
Veduta dal Navy Pier
Il Millennium Park
Notturni: veduta dal 95 Signature Lounge, ristorante al 95° piano di un palazzo sul Magnificent Mile, il fiume in notturna e il quartiere dei teatri….
Dopo la tre giorni di Chicago è la volta di Washington. Sosterò in città soltanto una notte, come passaggio intermedio nel viaggio verso New York. Dopo un’altra nottata poco entusiasmante sui treni statunitensi raggiungo la stazione della capitale americana intorno all’ora di pranzo. Mi sistemo in hotel e subito fuori, ingnorando la stanchezza, ad esplorare la città. E’ il giorno del Thanksgiving e tutto appare assolutamente deserto! Ampie strade e grandi parchi senza nessun pedone, traffico assente, silenzio e tranquillità. Fuori fa caldo e splende il sole: forse le condizioni migliori per visitare tutta Washington! Nonostante la notte insonne affronto l’intero percorso a piedi. Si passeggia piacevolmente e nel pomeriggio riesco a visitare tutto ciò che mi ero prefissato: Capitol Hill, la Library of Congress, il Memoriale della Marina, dei caduti in Vietnam, della Seconda Guerra Mondiale, la Casa Bianca, il Washington Monument, Costitution Gardens, Licoln Memorial e il Tidal Basin, splendido il lago al tramonto.
Scoiattoli attorno alla Casa Bianca
Washington Monument
Lago Tidal Basin
Il Capitol e la Library of Congress
Particolare del memoriale alla Marina Militare
Altre statue e commemorazioni: Washington appare come un enorme museo a cielo aperto, ogni edificio ha una funzione celebrativa, commemorativa o appartiene ad organi statali ed internazionali…
Dopo un’ultima passeggiata per le vie di Washington, abbastanza quiete anche in un giorno feriale, mi avvicino nuovamente alla stazione ferroviaria per avviarmi alla meta finale del viaggio statunitense: New York! Questa volta il tragitto è breve, in tre ore di viaggio (attraversando un paesaggio molto bello, nonché città come Philadelphia e Boston) raggiungo la Penn Station e di li con un taxi il mio hotel. Qui hanno inizio le uniche ore negative di un lunghissimo viaggio in due continenti: il Milford Hotel sulla 7th Avenue! 35 minuti di check in per ottenere una stanza buia, degradata, sporca e di dimensioni carcerarie alla modica cifra di 226 dollari a notte! Costretto a trascorrervi la prima notte in quanto già saldata, nella stessa serata riesco a trovare un hotel che con costo di un terzo inferiore è semplicemente bellissimo, il Manhattan Times Square. Soddisfatto di aver risolto il disguido, non apro neanche il bagaglio, veloce doccia e subito in giro per la Grande Mela, naturalmente partendo da Times Square, proprio dietro l’angolo! L’impatto mi lascia perprlesso: dapprima fascino dato dallo sfolgorio di luci, mezzi e uomini, poi smarrimento e perpessità. L’America conosciuta a Chicago era grande ma più ordinata, piu simile al nostro stile di vita! Raggiungo il Rockefeller Center per una visita rapida ai piani bassi e poi mi riavvicino all’hotel. Cena rapida e in hotel, sono veramente stremato! L’indomani porto i bagagli nel mio nuovo alloggio ed inizio l’avventura di tre giorni in questa strepitosa città. Ho visitato tutto a piedi, una sola volta ho preso la metropolitana ma ho adorato passeggiare fra i palazzi, lungo le avenue, districandomi con facilità nelle cartine geografiche. Solo apparentemente più difficile le strade numerate, in realtà molto più semplici delle nostre contorte conformazioni urbanistiche!
Non vi tedio con il programma del soggiorno, penso di aver visto le principali attrattive di Manhattan, compresa Roosevelt Island e qualche passo a Brooklyn. Certo ho lasciato molto ma sono pienamente soddisfatto dell’itinerario e della visita. Ringrazio per i numerosissimi consigli ricevuti. Molti assai preziosi anche se non sono riuscito, per motivi di tempo, a seguirli tutti.
Mi taccio, largo alle immagini!
Empire State Building!
Times Square, giorno e notte, il posto più frequentato della città..
Interessantissima visita all’Onu, la raccomando a tutti coloro che si recheranno a New York:
Isola di Roosevelt ed il fiume dalla funicolare:
IMG]http://i802.photobucket.com/albums/yy301/Crewpass/DSC04586_zps6dcbdc30.jpg[/IMG]
Di fronte al ponte di Brooklyn…
Ground zero
Chinatown
Wall street
Pattinaggio al Rochefeller…
Central Park
I tre giorni trascorsi a New York sono stati metereologicamente molto buoni. Temperature discrete, sole e poco vento. La mattina dell’imbarco sulla Regina si è scatenata una pioggia battente, a tratti trasformatasi in nevischio, accompagnata da vento gelido. Ho raggiunto la nave in taxi, ormeggiata a Manhattan per i danni subiti dal terminal di Brooklyn dal recente uragano.
L’imbarco si è protratto per oltre due ore. Il personale si è scusato adottando lo spostamento del terminal quale ragione dei disagi. Francamente non so dire se le cose stessero effettivamente cosi, fatto sta che lo scorrere delle file dei passeggeri era estremamente lento e questo non comprendo come possa dipendere dal luogo di ormeggio, una volta iniziate le operazioni di imbarco.
Mi sistemo in cabina: bella, elegante, spaziosa, comoda. Uno spumante ed un biglietto di benvenuto. Pranzo al buffet e comincio un primo tour fotografico degli interni. Piu tardi raggiungo i ponti scoperti, il vento battente ed il nevischio impongono grande determinazione per poter stare all’esterno… Ma impugnata la fotocamera sono pronto a tutto ed attendo i tre fischi che segneranno la partenza per l’Europa. Manhattan che scorre lenta di fronte agli occhi, sfolgorante di luci, è un panorama di quelli che non si scorderanno mai più. La Queen Mary passa lentamente di fronte all’isola, percorrendo l’Hudson River, fino a costeggiare la Statua della Libertà e successivamente uscire verso il mare aperto. E’ senza dubbio il momento più emozionante della crociera. Rientrato sottocoperta sistemo il bagaglio ed inizio il primo dei sette giorni che trascorreranno simili l’uno all’altro ma mai uguali, mai con un momento di noia. Anzi, troppo, troppo veloci: letture, passeggiate, fotografie, la preparazione di alcuni documenti sospesi per studio e per lavoro… e il semplice camminare fra mogani, tappeti, tendaggi di lusso. E ancora comode poltrone, momenti rilassanti, te eleganti, cocktail di gala. Una esperienza affascinante, un viaggio nel tempo, immerso fra i pannelli descrittivi della storia Cunard, il Bookshop, i salottini avvolgenti, l’eccellente musica di bordo. Queen Mary non si scorda facilmente e lascia il desiderio di viverla ancora, di viverla piu a lungo, intorno al mondo forse, anche se ho avuto la fortuna di essere sulla tratta per la quale i transatlantici da cui trae ispirazione sono nati e vissuti: l’Atlantico settentrionale. Un mare grigio in inverno, spesso inquieto, turbolento ma dal fascino non certo inferiore a quello più caldo e mansueto incontrato nella direzione opposta, dalle Canarie al Texas.
Particolare in cabina
Il Casino, bello ed elegante
Il Pub inglese Golden Lion
L’affascinante atrio principale, progressivamente addobbato a festa durante la crociera.
Musicisti di grande qualità, musiche eccellenti in ogni locale
Il momento del tè nella Queen’s Room
Anche un semplice espresso richiesto al bancone del bar viene servito con grande eleganza:
Un po’ di interni nave:
La palestra, non ampia, ma essenziale.
Il Commodore’s Club, piacevolissimo locale a prua, bello per una lettura pomeridiana con vista sulla prora o dopo cena per un drink.
La spettacolare biblioteca di 10mila volumi: un paradiso del lettore.
Immnacabile il modellino della Regina nei corridoi…
Non esce dal contesto di sobrietà anche la Discoteca:
Illuminations: un secondo teatro molto grande con proiezione di film e spettacoli video:
Ovunque, dagli ascensori ai corridoi, dai saloni ai ristoranti, le immagini delle navi Cunard:
Negozi e pannelli descrittivi della storia della compagnia:
Puzzle e giochi da tavolo sono lasciati al pubblico, senza necessità di noleggio.
Il Teatro, gli spettacoli sono molto molto ben fatti. I varietà sono più in stile americano che europeo.
Alcuni piatti
Cani ammessi sulla Regina durante le transoceaniche:
Esterni: grandi spazi, scenicità, sensazione di essere su una vera nave e non un palazzo galleggiante.
Ponte di comando
Passeggiata a prua e giochi sui ponti esterni
Piscina coperta e ristorante Todd English
Il Giardino d’inverno, luogo piacevole sia al pomeriggio che nel dopo cena
Scarno l’arredamento del buffet, in netto contrasto con il resto della nave.
Vini
Il Ristorante
Un cocktail di Gala. Personaggio strano ma di grande cordialità il Comandante inglese. Sullo sfondo degli irlandesi in costume di Gala, quasi 300 a bordo.
Aggiungerò immagini prossimamente, rimango qui per approfondimenti e domande!!
Un saluto
Mai stato su Cunard prima, appena fatta una transatlantica, sebbene a latitudini molto diverse, ma da sempre affascinato dai liners inglesi, di cui la QM2 è senza dubbio l’erede più fedele. Molti aspetti della navigazione sulla Regina mi hanno piacevolmente sorpreso, altri sono stati all’altezza delle aspettative, altri ancora, devo ammettere, un po’ al di sotto. La nave è bellissima, arredata in modo curato, elegante. Ambienti d’altri tempi, una ricercatezza raffinata, grande classe e stile impeccabile. La dislocazione degli ambienti è però molto molto stravagante: lounge con accesso dai corridoi cabine, piccoli labirinti per raggiungere saloni, ponti interrotti dai ristoranti che costringono a percorsi alternativi. I servizi a bordo sono buoni, completi, ma non tutto è come ci si aspetterebbe da una compagnia di cosi grande prestigio e dai prezzi non eccessivi ma non fra i piu bassi di mercato.
L’aspetto che più mi ha sorpreso in senso negativo è l’offerta gastronomica di bordo. Sia pure nel gusto inglese, per noi particolare, mi sarei aspettato molto di più. L’offerta al ristorante buffet è sempre stata molto povera, sia in scelta che in prodotti. Poca cura nell’esposizione, ripetitività, piatti semplicissimi e non sempre appetitosi o invitanti. Pochi prodotti particolari, nessuna personalità nella cucina: né inglese, ne internazionale né etnica. Al ristorante la presentazione è sempre stata buona ma la sostanza parimenti non eccellente. Salvo un filetto di manzo veramente magnifico, ogni portata si è mostrata piuttosto banale, mai sorprendente, nonostante i soli 7 giorni a bordo, persino ripetitiva. Il servizio è stato però impeccabile, grande attenzione e continuamente sorvegliati dai camerieri. Più formalità rispetto a Royal, ma altrettanta attenzione a tavola. Servizio vini ottimo su carta, ma lento nel servizio. Molto buono il Todd English, ristorante a pagamento, servizio eccellente e atmosfera elegante.
Come anticipato, propongo dapprima qualche immagine delle città visitate prima di raggiungere l’imbarco, dopodiché mi soffermerò su alcuni aspetti della nave e della navigazione. La crociera non prevedeva alcun porto di scalo e purtroppo non ho avuto occasione di fotografare la nave da terra: all’arrivo a New York un nevischio battente la nascondeva tra la foschia, la discesa a Southampton è stata una vera corsa contro il tempo per prendere il treno per Londra!
Sbarcato a Glaveston, dopo la visita della cittadina e di Pelican Island ho raggiunto Longview e ho preso un treno notturno che l’indomani mi avrebbe fatto raggiungere Chicago. Il paesaggio texano è molto bello. Colline dolci e pianure si alternano, cosi come zone brulle e aree piu verdi. Le casette sembrano dipinte: per gran parte in legno, sempre di forma regolare e variopinte. Ampie le strade, anche al di fuori delle arterie principali. Una sensazione piacevole attraversare territori cosi vasti e cosi diversi.


Dopo una notte turbolenta, trascorsa su un treno scomodissimo e continuamente fermo per scambi e soste in stazione, raggiungo finalmente Chicago nel primisso pomeriggio. Giusto il tempo di una doccia e di lasciare il bagaglio all’Intercontinental Magnificent Mile (ottimo ambiente e qualità in rapporto al prezzo), e sono sulla Michigan a godermi grattacieli ed aria natalizia. Ho trascorso tre giorni bellissimi, sempre con il naso all’insù, in una città che per le sue dimensioni è estremamente rilassante, pulita, elegante. Davvero un impatto positivo con le grandi metropoli statunitensi, un luogo dove rimane il desiderio di tornare.









Veduta dal Navy Pier

Il Millennium Park



Notturni: veduta dal 95 Signature Lounge, ristorante al 95° piano di un palazzo sul Magnificent Mile, il fiume in notturna e il quartiere dei teatri….




Dopo la tre giorni di Chicago è la volta di Washington. Sosterò in città soltanto una notte, come passaggio intermedio nel viaggio verso New York. Dopo un’altra nottata poco entusiasmante sui treni statunitensi raggiungo la stazione della capitale americana intorno all’ora di pranzo. Mi sistemo in hotel e subito fuori, ingnorando la stanchezza, ad esplorare la città. E’ il giorno del Thanksgiving e tutto appare assolutamente deserto! Ampie strade e grandi parchi senza nessun pedone, traffico assente, silenzio e tranquillità. Fuori fa caldo e splende il sole: forse le condizioni migliori per visitare tutta Washington! Nonostante la notte insonne affronto l’intero percorso a piedi. Si passeggia piacevolmente e nel pomeriggio riesco a visitare tutto ciò che mi ero prefissato: Capitol Hill, la Library of Congress, il Memoriale della Marina, dei caduti in Vietnam, della Seconda Guerra Mondiale, la Casa Bianca, il Washington Monument, Costitution Gardens, Licoln Memorial e il Tidal Basin, splendido il lago al tramonto.
Scoiattoli attorno alla Casa Bianca



Washington Monument

Lago Tidal Basin

Il Capitol e la Library of Congress




Particolare del memoriale alla Marina Militare

Altre statue e commemorazioni: Washington appare come un enorme museo a cielo aperto, ogni edificio ha una funzione celebrativa, commemorativa o appartiene ad organi statali ed internazionali…


Dopo un’ultima passeggiata per le vie di Washington, abbastanza quiete anche in un giorno feriale, mi avvicino nuovamente alla stazione ferroviaria per avviarmi alla meta finale del viaggio statunitense: New York! Questa volta il tragitto è breve, in tre ore di viaggio (attraversando un paesaggio molto bello, nonché città come Philadelphia e Boston) raggiungo la Penn Station e di li con un taxi il mio hotel. Qui hanno inizio le uniche ore negative di un lunghissimo viaggio in due continenti: il Milford Hotel sulla 7th Avenue! 35 minuti di check in per ottenere una stanza buia, degradata, sporca e di dimensioni carcerarie alla modica cifra di 226 dollari a notte! Costretto a trascorrervi la prima notte in quanto già saldata, nella stessa serata riesco a trovare un hotel che con costo di un terzo inferiore è semplicemente bellissimo, il Manhattan Times Square. Soddisfatto di aver risolto il disguido, non apro neanche il bagaglio, veloce doccia e subito in giro per la Grande Mela, naturalmente partendo da Times Square, proprio dietro l’angolo! L’impatto mi lascia perprlesso: dapprima fascino dato dallo sfolgorio di luci, mezzi e uomini, poi smarrimento e perpessità. L’America conosciuta a Chicago era grande ma più ordinata, piu simile al nostro stile di vita! Raggiungo il Rockefeller Center per una visita rapida ai piani bassi e poi mi riavvicino all’hotel. Cena rapida e in hotel, sono veramente stremato! L’indomani porto i bagagli nel mio nuovo alloggio ed inizio l’avventura di tre giorni in questa strepitosa città. Ho visitato tutto a piedi, una sola volta ho preso la metropolitana ma ho adorato passeggiare fra i palazzi, lungo le avenue, districandomi con facilità nelle cartine geografiche. Solo apparentemente più difficile le strade numerate, in realtà molto più semplici delle nostre contorte conformazioni urbanistiche!
Non vi tedio con il programma del soggiorno, penso di aver visto le principali attrattive di Manhattan, compresa Roosevelt Island e qualche passo a Brooklyn. Certo ho lasciato molto ma sono pienamente soddisfatto dell’itinerario e della visita. Ringrazio per i numerosissimi consigli ricevuti. Molti assai preziosi anche se non sono riuscito, per motivi di tempo, a seguirli tutti.
Mi taccio, largo alle immagini!



Empire State Building!



Times Square, giorno e notte, il posto più frequentato della città..




Interessantissima visita all’Onu, la raccomando a tutti coloro che si recheranno a New York:


Isola di Roosevelt ed il fiume dalla funicolare:
IMG]http://i802.photobucket.com/albums/yy301/Crewpass/DSC04586_zps6dcbdc30.jpg[/IMG]

Di fronte al ponte di Brooklyn…





Ground zero

Chinatown

Wall street

Pattinaggio al Rochefeller…

Central Park



I tre giorni trascorsi a New York sono stati metereologicamente molto buoni. Temperature discrete, sole e poco vento. La mattina dell’imbarco sulla Regina si è scatenata una pioggia battente, a tratti trasformatasi in nevischio, accompagnata da vento gelido. Ho raggiunto la nave in taxi, ormeggiata a Manhattan per i danni subiti dal terminal di Brooklyn dal recente uragano.
L’imbarco si è protratto per oltre due ore. Il personale si è scusato adottando lo spostamento del terminal quale ragione dei disagi. Francamente non so dire se le cose stessero effettivamente cosi, fatto sta che lo scorrere delle file dei passeggeri era estremamente lento e questo non comprendo come possa dipendere dal luogo di ormeggio, una volta iniziate le operazioni di imbarco.
Mi sistemo in cabina: bella, elegante, spaziosa, comoda. Uno spumante ed un biglietto di benvenuto. Pranzo al buffet e comincio un primo tour fotografico degli interni. Piu tardi raggiungo i ponti scoperti, il vento battente ed il nevischio impongono grande determinazione per poter stare all’esterno… Ma impugnata la fotocamera sono pronto a tutto ed attendo i tre fischi che segneranno la partenza per l’Europa. Manhattan che scorre lenta di fronte agli occhi, sfolgorante di luci, è un panorama di quelli che non si scorderanno mai più. La Queen Mary passa lentamente di fronte all’isola, percorrendo l’Hudson River, fino a costeggiare la Statua della Libertà e successivamente uscire verso il mare aperto. E’ senza dubbio il momento più emozionante della crociera. Rientrato sottocoperta sistemo il bagaglio ed inizio il primo dei sette giorni che trascorreranno simili l’uno all’altro ma mai uguali, mai con un momento di noia. Anzi, troppo, troppo veloci: letture, passeggiate, fotografie, la preparazione di alcuni documenti sospesi per studio e per lavoro… e il semplice camminare fra mogani, tappeti, tendaggi di lusso. E ancora comode poltrone, momenti rilassanti, te eleganti, cocktail di gala. Una esperienza affascinante, un viaggio nel tempo, immerso fra i pannelli descrittivi della storia Cunard, il Bookshop, i salottini avvolgenti, l’eccellente musica di bordo. Queen Mary non si scorda facilmente e lascia il desiderio di viverla ancora, di viverla piu a lungo, intorno al mondo forse, anche se ho avuto la fortuna di essere sulla tratta per la quale i transatlantici da cui trae ispirazione sono nati e vissuti: l’Atlantico settentrionale. Un mare grigio in inverno, spesso inquieto, turbolento ma dal fascino non certo inferiore a quello più caldo e mansueto incontrato nella direzione opposta, dalle Canarie al Texas.



Particolare in cabina

Il Casino, bello ed elegante


Il Pub inglese Golden Lion



L’affascinante atrio principale, progressivamente addobbato a festa durante la crociera.



Musicisti di grande qualità, musiche eccellenti in ogni locale


Il momento del tè nella Queen’s Room




Anche un semplice espresso richiesto al bancone del bar viene servito con grande eleganza:

Un po’ di interni nave:








La palestra, non ampia, ma essenziale.

Il Commodore’s Club, piacevolissimo locale a prua, bello per una lettura pomeridiana con vista sulla prora o dopo cena per un drink.



La spettacolare biblioteca di 10mila volumi: un paradiso del lettore.



Immnacabile il modellino della Regina nei corridoi…

Non esce dal contesto di sobrietà anche la Discoteca:

Illuminations: un secondo teatro molto grande con proiezione di film e spettacoli video:

Ovunque, dagli ascensori ai corridoi, dai saloni ai ristoranti, le immagini delle navi Cunard:




Negozi e pannelli descrittivi della storia della compagnia:


Puzzle e giochi da tavolo sono lasciati al pubblico, senza necessità di noleggio.

Il Teatro, gli spettacoli sono molto molto ben fatti. I varietà sono più in stile americano che europeo.


Alcuni piatti



Cani ammessi sulla Regina durante le transoceaniche:


Esterni: grandi spazi, scenicità, sensazione di essere su una vera nave e non un palazzo galleggiante.







Ponte di comando



Passeggiata a prua e giochi sui ponti esterni



Piscina coperta e ristorante Todd English


Il Giardino d’inverno, luogo piacevole sia al pomeriggio che nel dopo cena




Scarno l’arredamento del buffet, in netto contrasto con il resto della nave.

Vini

Il Ristorante






Un cocktail di Gala. Personaggio strano ma di grande cordialità il Comandante inglese. Sullo sfondo degli irlandesi in costume di Gala, quasi 300 a bordo.

Aggiungerò immagini prossimamente, rimango qui per approfondimenti e domande!!
Un saluto